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Immagine del redattoreOak Church Ranch

Cos'è Ispired By Nature? E' libera connessione

Non molto tempo fa, dopo parecchio tempo passato ad osservare i miei animali e a rafforzare il mio legame e dialogo con loro, nonché a seguito di alcune importanti riflessioni personali relative ai benefici ricevuti da queste pratiche, ho iniziato a pensare a quanto potesse diventare utile anche per altri poter fare esperienze di contatto con la natura e gli animali in condizioni di libera scelta.

Siamo abituati a considerare gli animali come accessori ai nostri bisogni, siano essi estremamente nobili (come quelli di aiutare persone diversamente abili) o meno. Pur quanto, per esempio, la pet therapy sia una disciplina onorevole in grado di cambiare o quantomeno migliorare molte vite, mantenendo una grandissima attenzione al benessere animale, essa resta sempre centrata sull'individuo prima che sull'animale, per ovvie ragione dovute alle difficoltà che incontra. Non fraintendermi, non intendo dire che la pet therapy non rimandi a studi approfonditi sull'etologia, ma mi riferisco alla sua necessaria attenzione ai bisogni comunicativi ed espressivi dell'uomo più che a quelli dell'animale. Non ritengo che questo sia un suo limite, ma una sua peculiarità, che le permette di raggiungere i suoi obiettivi con persone in difficoltà, nel rispetto comunque del tema del benessere animale.

Dico questo solo per rendere più chiaro cosa intendo quando mi riferisco all'accessorietà dell'animale, non perché il mio approccio al contatto con la natura voglia mettersi in contrasto con pratiche tanto importanti (o nemmeno sulla stessa linea, se vogliamo dirla tutta!). Si tratta infatti di altro, ma presto andrò a spiegartelo. L'esempio, però, mi dà di sicuro la possibilità di entrare nel merito delle mie riflessioni e di quello che nella pratica ne è scaturito.


Di fronte ai miei equini, ed in particolare a Molly, la nostra cavallina tutta matta, la scelta di centrare la relazione sulla libera scelta è divenuta necessità. Mia etica ed interiore, sua psicologica ed emotiva. Quando parlo di libera scelta non intendo la totale libertà di espressione anche nelle forme più estreme (e pericolose), quanto la scelta di collaborare a seguito di un accordo emotivo che si instaura tra le parti, in conseguenza ad un dialogo reale.

Ti faccio un esempio: Incontriamo Molly che bruca libera al pascolo insieme alla sua compagna Pesca, mentre le altre due asinelle se ne stanno tranquille sulla collinetta accanto.

Molly da lontano ci osserva, vede che tengo in mano la capezza e punto gli occhi su di lei. Capisce che è arrivato il momento di "lavorare" e quindi può decidere, mentre ci avviciniamo, di lasciarsi incapezzare o di scappare via. In questo momento cruciale, dove tu e Molly non vi conoscete e io ti chiedo di metterle la capezza, potresti fare diverse cose: costringerla o adescarla con l'inganno oppure aspettare che si avvicini. E, se ti sembra sospettosa, provare a fare il primo passo e presentarti. Ti sarà chiaro quale approccio ti sto consigliando! Questa fase, così cruciale, richiede tempo e dedizione e soprattutto attenzione al modo di comunicare con un "essere altro", che interpreta i tuoi movimenti in maniera diversa da come li potrebbe interpretare un individuo della tua stessa specie.

Detto questo, ti parrà ovvio che comunicare con un animale partendo da questa metodologia lenta e sottile, comporta un impegno personale che non solo necessita di moltissima pazienza e presenza, ma esplicita in maniera inevitabile un vissuto interiore e personale che ha moltissimo a che fare con la propria consapevolezza emotiva. Gli animali, infatti, siano essi equini o cani, hanno l'inspiegabile capacità di captare i più leggeri segnali corporei, ormonali, emotivi e agire di conseguenza. Inoltre, il loro vissuto personale implica necessariamente delle reazioni individuali e uniche che si vanno ad intersecare con questi segnali, portando ad una danza comunicativa che può essere lenta e fluida o frettolosa e spezzettata. Poter cogliere queste danze è l'essenza di quella che ho chiamato Inspired by Nature. Si tratta, in modo molto semplice, di un incontro con l'animale in contesto naturale (nei limiti del possibile), in cui ogni parte può e appunto sceglie di mettersi in gioco. Il grado di complicità e approfondimento parte dall'approccio e dal dialogo aperto, puro, centrato sull'altro. Equini e cani sono animali con ottime doti comunicative, che trovano appagamento nella soddisfazione di motivazioni sociali e ludiche. Saper cogliere queste motivazioni è il primo passo di un dialogo reale, che rispecchia ciò che siamo e in qualche modo ci modifica, mai imbruttendoci, quanto piuttosto arricchendoci.


Inspired by Nature parte dal presupposto che ci siano sempre diversi gradi di profondità che possiamo raggiungere all'interno di questa danza comunicativa, che vanno dalla semplice espressione emotiva (inevitabile in qualsiasi incontro, ma non necessariamente frutto di approfondimento personale) alla spiritualità in senso stretto (iniziando dalla gratitudine e dalla grazia), per passare attraverso focus, aspettative e legame affettivo. Tale legame affettivo è vicino al grado più profondo del cerchio (quello spirituale), in quanto sembra tanto facile da esprimere a parole ("oh quanto amo il mio cane!", "Oh quanto mi sono affezionat*!"), ma mette sulla bilancia un sentimento che nella realtà è davvero molto intimo e individuale e racchiude moltissime sfaccettature sottili, basate anche sull'esperienza e sulla cornice familiare.


Il mio lavoro, in qualità di guida, non fa altro che aiutare le persone ad esplicitare il proprio vissuto del qui e ora (relativo quindi al presente e a ciò che si sta facendo) per spingere a riflessioni più profonde e personali che possono o non possono essere tirate fuori durante il contatto con l'animale. La scelta di esplicitare o di entrare in profondità è del tutto personale e libera e la continuità del percorso lo è di conseguenza.


La strada è complessa e ricca di approfondimenti, ma di certo genera un entusiasmo fuori dal comune, soprattutto per la forza che può avere.

Tutti dovrebbero avere al possibilità di provare a comunicare guardando proprio alla comunicazione come fulcro del discorso, come primaria motivazione di crescita. Non solo cosa ci stiamo dicendo, ma in primis perché scegliamo di dircelo.


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